Esperienze accessibili, in inglese Travel Simple, esprime fin da subito il suo intento.
La priorità della sua fondatrice Michela è quella di condividere esperienze di viaggio accessibili si, per persone con disabilità ma non solo: i suoi consigli sono anche per famiglie con bambini, persone anziane, persone con intolleranze alimentari e naturalmente strutture ricettive.
Il blog non solo propone esperienze e mete accessibili ma fa anche da collante tra tour operator e le persone che vogliono vivere un’esperienza accessibile a 360 gradi.
All’interno del sito è possibile scegliere delle destinazioni in cui è possibile fare dei tour, prenotare dei servizi, leggere le recensioni di spiagge e luoghi fatte dal team; il tutto mostrando quelle che sono le caratteristiche di accessibilità delle mete selezionate.
Abbiamo voluto fare quattro chiacchiere con Michela per capire meglio il suo servizio.

1. Sul sito https://travelsimple.org/ leggiamo che l’idea di creare Travel Simple ti è venuta quando vivevi in Spagna. Vuoi raccontarci meglio qual è stata la scintilla che ha fatto accendere questa idea?
L’idea iniziale di Travel Simple è nata ormai un paio di anni fa, anche se si è concretizzata in questo ultimo anno.
Fin dalle superiori, per poi proseguire all’università, la mia formazione è sempre stata incentrata sul turismo, così come anche tutte le mie esperienze lavorative. Sono riuscita quindi a crearmi una visione d’insieme del settore abbastanza ampia, fino ad “atterrare” nel settore aeroportuale e aeronautico, dove ho iniziato a rendermi davvero conto delle difficoltà che una persona con disabilità deve affrontare nel momento in cui decide di voler intraprendere un viaggio.
Mi sono documentata, ho studiato (e sto studiando), ed ho deciso, in piena pandemia, di iniziare questa nuova meravigliosa avventura!
2.Quanto siamo accessibili in Italia?
Dipende moltissimo dalla regione, purtroppo. Per farti un esempio, il Trentino Alto Adige è una delle regioni in cui il turismo accessibile viene davvero valorizzato e, soprattutto, pubblicizzato.
In questo anno però ho conosciuto moltissime guide turistiche, proprietari di strutture ricettive, ristoratori in giro per l’Italia, davvero interessati al tema e che si stanno impegnando moltissimo per far sì che chiunque possa avere la possibilità di trascorrere una vacanza in totale serenità.
3. E all’estero com’è la situazione?
Anche qui non possiamo generalizzare. Ho trovato però grandissima apertura mentale e preparazione non solo in Europa, ma ad esempio in Centro America ed in Asia. Ho la fortuna di avere creato dei rapporti di collaborazione con organizzazioni nel mondo che organizzano itinerari o escursioni fantastiche, come ad esempio il surf adattato in Costa Rica o dei percorsi di degustazione sensoriali a Madeira.
4. Saranno diverse le persone e le storie che con il tuo lavoro hai contribuito a creare; saranno storie di viaggi e di accessibilità: ce n’è una in particolare che ti ha colpita?
Una in particolare non saprei, ma una parola, un desiderio che accomuna sempre le persone che si rivolgono a me mi colpisce e mi emoziona sempre. Le persone desiderano “respirare”, staccare un po’ dalla monotonia quotidiana, sentirsi liberi, respirare, appunto, aria nuova. Credo sia un desiderio meraviglioso e totalmente condivisibile.
5. Se dovessi avere la sfera di cristallo e vederti da qui a 10 anni, come ti vedi?
Mi vedo felice. Sembra scontato a volte ma, se mi fermo a pensare alla me futura, vedo una Michela serena e soddisfatta di ciò che fa quotidianamente. Al momento Travel Simple non è la mia occupazione principale, ed il mio obiettivo è proprio quello di far sì che questo sogno diventi realtà e diventi la realtà anche di altre persone. Al momento oltre a tutto il resto sto seguendo un master universitario che mi abiliterà alla professione di Disability and Diversity Management, una figura professionale quasi inesistente qui in Italia. Spero che tutte queste incredibili esperienze mi daranno la possibilità di trasformare questa mia passione nel mio unico e amato lavoro.
6. Quanto è importante la tua sensibilità nel lavoro che fai?
Credo sia fondamentale. Per molti anni ho considerato questa mia elevata sensibilità come un ostacolo, come qualcosa da reprimere e cercare di eliminare. Solamente negli ultimi due anni sono riuscita a vedere quanto questa caratteristica della mia personalità sia utile, indispensabile e mi abbia fatto diventare la persona che sono oggi.
7. Prima di lasciarci, quale consiglio daresti ai viaggiatori che vogliono esperienze accessibili?
Darei un unico grande consiglio, magari anche scontato per chi è abituato a viaggiare.
Non fidatevi dei filtri di accessibilità che alcuni grandi portali mettono a disposizione, controllate sempre anche con la struttura le caratteristiche specifiche in base alle vostre necessità!
Abbiamo fatto una ricerca per capire quanto fossero affidabili e, in molti casi (non tutti per fortuna), la realtà non poteva essere più diversa di quanto descritto online.
Non vi resta allora che regalarvi un’esperienza di viaggio che sia libero e all’insegna della semplicità con Michela.